sabato 29 novembre 2008

I mali e i beni

... Viveva in quei pressi un famosissimo derviscio, che aveva fama d’essere il maggior filosofo di Turchia. Andarono a consultarlo. Pangloss prese la parola, e disse: “Maestro, siam venuti a pregarvi che ci spieghiate perché sia stato creato un animale così bizzarro com’è l’uomo.”
"Ma di che ti vai a impicciare?” disse il derviscio; “che te ne importa?”
“Ma, padre mio reverendo,” osservò Candido, “v’è pur nel mondo una quantità spaventosa di mali.”
“E che diavolo importano,” rispose il derviscio, “i mali ed i beni? Quando Sua Altezza spedisce una nave in Egitto, si da ella forse pensiero se i topi che sono nella stiva stanno comodi o no?”
“E allora che dobbiamo fare?” domandò Pangloss.
“Tacere”, rispose il derviscio.
“Io m’ero illuso” riprese Pangloss, “di poter ragionare un pochino con voi delle cause e degli effetti, del migliore dei mondi possibili, dell’origine del male, della natura dell’anima e dell’armonia prestabilita.”
A questo il derviscio sbatté loro l’uscio in faccia.
(Voltaire, Candide)

Ma infatti, che è tutto questo sproloquiare? Noi topi stiamo comodi ovunque e ce ne fottiamo dell'ipotesi se questo sia o meno il migliore dei mondi possibili.
Volete forse mettere in dubbio l'armonia prestabilita di questa fogna?
Chiedetevi piuttosto cosa ci può essere nella stiva. E arraffate tutto il possibile.

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